CNAL: LE POLITICHE ATTIVE PER IL LAVORO: ISTRUZIONE, FORMAZIONE E RIQUALIFICAZIONE

Da febbraio 2020 a febbraio 2021, In Italia si sono persi 945 mila posti di lavoro, di cui 600 mila lavoratori dipendenti e 345 mila lavoratori autonomi. Un altro milione di lavoratori non sono stati licenziati per il blocco imposto dal Governo e non si conosce ancora quante attività reggeranno all’apertura delle stesse e quale sarà il loro destino occupazionale. I più penalizzati dalla pandemia sul piano lavorativo sono stati le donne e giovani, ma anche i tanti cinquantenni che hanno perso il posto di lavoro e difficilmente rientreranno nel ciclo produttivo in mancanza di specifiche politiche attive per il reinserimento occupazionale. Nell’attuale situazione economica ed occupazionale, insistiamo nel sostenere che l’Italia rinasce con il lavoro. Per questo, bisogna ripartire da nuove e più incisive politiche attive per il lavoro che puntino su: sgravi fiscali, istruzione, formazione e riqualificazione, ricollocamento al lavoro degli ultracinquantenni, migliore occupabilità di donne e giovani.  Al fine di incentivare le nuove assunzioni, occorre procedere alla decontribuzione per i lavoratori ultracinquantenni, per le donne e per i giovani, di almeno il 50% e a tempo indeterminato. Tale misura di fiscalità di vantaggio si rende indispensabile soprattutto al Sud per recuperare il gap occupazionale.