GIORNALISMO AL FEMMINILE: GABRIELLA PELUSO

IMG_8723-1“Napoli è un territorio di grande vitalità per il mondo dell’informazione”

NAPOLI – Il padre, carabiniere, la sognava magistrato. O anche avvocato. E lei, la vivacissima e bella Gabriella, s’era avviata sulla buona strada. Una laurea in Legge con il massimo dei voti alla Federico II e poi subito gli studi severi per affrontare il terribile concorso, accompagnati da un master importante che non doveva servirle solo per impreziosire il curriculum. Ma il destino era in agguato, sotto le forme di un’agenzia di video informazione che era appena nata, precorrendo i tempi, grazie al geniale intuito del suo fondatore, Franco Aulisio. Fu lì che Gabriella Peluso mosse quasi per gioco i primi passi di collaboratrice. Mai supponendo che gli si potesse inoculare il germe del giornalismo. Fu un contagio a prima vista. E così, con grande rammarico dei suoi genitori, la giovane dottoressa lentamente si staccò sempre più dalle pur adorate pandette, per infilarsi nel tunnel di una professione, che durissima agli inizi, le avrebbe riservato sbocchi professionali prestigiosi.

Dopo la prima esperienza a Videcomunicazioni eccola alla prese con la carta stampata, a fare la gavetta con gli insegnamenti di Antonio Sasso e Genny Sangiuliano al “Roma”. E poi ancora al Giornale del Sud, al “Borghese e alla rivista del Consiglio regionale della Campania. Si profilava il suo destino. Contemporaneamente aveva fatto anche una utilissima gavetta all’Ansa, a scoprire il mono dell’informazione che nasce, con tutto il carico di esperienza e di formazione che può darti una grande agenzia E poi, dal giornalismo scritto alla nuova dimensione dell’ufficio stampa, sempre presso la Regione Campania, passando per l’assessorato all’Industria, al Turismo, ai gruppi consiliari. Era il 1998, finalmente l’incarico più impegnativo, la responsabilità della comunicazione del consiglio regionale, che ancor oggi cura, pur essendo passata per una breve ma significativa esperienza a Roma nello staff di Renata Polverini, all’epoca presidente della Regione Lazio. Sempre con grande dedizione professionale, severità e correttezza nei confronti dei colleghi e nessun tentennamento di fronte agli ostacoli che normalmente si parano di fronte ai giornalisti e che si moltiplicano per le giornaliste. Anche se Gabriella sul punto non è del tutto d’accordo: “Il giornalismo è una professione molto “femminile” se si tiene conto del grande numero di colleghe che lavorano nelle diverse redazioni e della spiccata intelligenza e sensibilità di noi donne che ci consente di comprendere nel profondo le storie che raccontiamo, di immedesimarci con esse, di sviluppare empatia con i protagonisti dei fatti, pur rimanendo fortemente obiettive e imparziali. Insomma, razionalità e sentimento con noi sono sempre coniugati alla grande ed è questa la formula che è alla base del successo di tante colleghe”.

L’entusiasmo e la determinazione che si scorgono nelle sue parole non le fanno certo perdere lucidità nell’analisi di una realtà che comunque resta complessa: “Napoli e la Campania sono un territorio di grande vitalità per il mondo dell’informazione. Le difficoltà del fare giornalismo in Campania derivano dalle difficoltà complessive del contesto: l’illegalità diffusa che colpisce tanti colleghi e colleghe, il lavoro nero, condizioni contrattuali sfavorevoli, mancanza di sicurezza, la difficoltà per gli imprenditori del settore ad investire per le criticità economiche, la pressione fiscale e le complicazioni burocratiche, la forte crisi socio economica che ha messo a dura prova il tessuto economico e sociale della Campania determinando povertà e disoccupazione anche nel mondo dell’informazione. Quanto alle donne, anche per il giornalismo vale la difficoltà che c’è anche nelle altre professioni: la difficoltà, per carenze di mezzi e di strutture, a coniugare lavoro e maternità, professione e famiglia. Difficoltà che costringono le donne a scegliere e, purtroppo, sempre di più sono costrette a scegliere il lavoro con conseguente riduzione delle nascite”.

Curare un ufficio stampa di un ente istituzionalmente così importante è certo impegnativo. La Peluso così descrive la sua giornata: “Seguo quasi tutte le attività consiliari e provvedo alla loro comunicazione attraverso comunicati stampa, newsletter, video e nuovi strumenti web con l’obiettivo di diffonderne la conoscenza e soprattutto di contribuire al riavvicinamento tra cittadini ed istituzioni. Il grande impegno riguarda sicuramente la mole di lavoro (le attività del Consiglio sono intense tra sedute d’Aula, Commissioni, conferenze stampa, etc.) ma viene alleviata dalla sinergia che ho sviluppato con i colleghi Addetti Stampa dei Gruppi consiliari con i quali abbiamo dato vita ad una preziosa collaborazione che costituisce un grande valore professionale ed umano ed una splendida sinergia di cui beneficia tutta l’istituzione. Grande sintonia professionale ed amicizia ho, poi, sviluppato con i colleghi degli organi di informazioni con i quali mi relaziono quotidianamente per le mie attività. Sono orgogliosa di questo mio lavoro utile per i cittadini e unanimemente riconosciuto di alta qualità nell’interesse dell’Istituzione e della mia amata Campania. Con i diversi Consiglieri regionali che si sono succeduti ho sempre avuto un ottimo rapporto basato sulla professionalità e sul rispetto reciproco. Grazie al Consiglio Regionale della Campania, ho potuto conoscere meglio la mia Città e la mia Regione e me ne sono innamorata ancora di più rafforzando il mio impegno per il nostro territorio nella certezza che tutti, ma proprio tutti, dobbiamo fare qualcosa per migliorare Napoli e la Campania e per affrontare i grandi problemi del nostro territorio, dalla disoccupazione all’avvelenamento ambientale”.

Ci sono spazi “privati” per la giornalista Gabriella Peluso? Certo che sì: “Tra la professione e l’impegno sociale e sindacale, di tempo libero me ne resta ben poco. Tre sono le mie passioni: il Calcio Napoli (impazzisco per Hamsik!); la mia famiglia (mamma Carmen, professoressa di matematica, babbo Luigi, Carabiniere, mia sorella Silvia e il mio fidanzato Salvatore; i miei amici e le mie amiche con i quali condivido affetto e impegno civile. Non sono amante dello shopping. Alla palestra preferisco una passeggiata al Bosco di Capodimonte. Adoro cenare a casa (perché non cucino io che sono negata!) e alla discoteca preferisco il Lungomare Caracciolo. Mi piace leggere quotidiani e libri e scrivere, la principale passione della mia vita che è diventata la mia professione”.